esperienza di volontariato in Abruzzo

rosario scollo Sab Set 05, 2009 7:57 pm

Carissimi del forum,
ieri sono tornato dall'Abruzzo dove ho partecipato a un campo di volontariato nelle zone terremotate con l'associazione SCI (Servizio Civile Internazionale).
E' stata un'esperienza interessante che mi fa piacere descrivervi.

Arrivato in mattinata a L'Aquila mi reco a piedi in centro (col pesante zaino che non è possibile lasciare). La Basilica di Collemaggio è completamente transennata e tutto intorno c'è un campo della Croce Rossa con 200 persone (già cominciò a capire come vivremo nel campo). Impossibile visitare la città per i danni del terremoto, solo un piccolo tratto è aperto alla gente e conduce in Piazza Duomo.
Che tristezza vedere i segni della distruzione dovunque, la vita della città si è fermata il 6 aprile alle 3,32 e da allora tutto è silenzio.
Lascio lo zaino ai vigili del fuoco e faccio il breve percorso, trascorrendo del tempo a parlare con gli alpini che presidiano i punti d'ingresso al centro storico.
Alle 18 mi incammino per la fermata degli autobus dove c'è l'appuntamento con gli altri dieci ragazzi che partecipano al campo (5 italiani e 6 stranieri - io, 3 lombardi, 1 toscano, 1 spagnolo, 2 polacchi, 1 americano, 1 russa e la coordinatrice svizzera).
Preso l'autobus ci dirigiamo verso San Demetrio Ne Vestini, il paese che ci ospiterà negli 11 giorni del campo (dal 18 al 28 agosto). San Demetrio è un paese di 1750 abitanti a 660 metri sul livello del mare (la sera fa fresco).
Siamo ospitati nella tendopoli che accoglie 200 persone. Il campo vede la presenza degli alpini e di numerose associazioni laiche e cattoliche che si alternano ogni settimana per animare la vita degli sfollati, specialmente anziani e bambini. Gli alpini sono i responsabili del campo (la mensa e tutto quanto occorre per le quotidiane necessità) e ogni mattina e sera alle 8 si fà l'alzabandiera.

Il giorno dopo ci viene illustrato il progetto di volontariato nel piccolo cinema inaugurato a Luglio da personalità della politica e dello spettacolo. Si tratta di 'Pietre per la ricostruzione', iniziativa elaborata dal SCI con l'Accademia di Belle Arti de L'Aquila che ha lo scopo di recuperare dalle macerie di Onna (il paesino maggiormente colpito dal sisma) le pietre cantonali e di porte e finestre di abitazioni private che serviranno successivamente per la ricostruzione del paese. Subito dopo facciamo un giro per le vie del paese (molte case danneggiate, ma non ci è possibile lavorare sul posto). La sera cominciamo a fare le prime conoscenze con la gente del campo e si avverte la frustrazione, il senso di abbandono e la rabbia per una condizione causata da una tragedia impossibile da prevedere.

La giornata tipo prevede colazione alle 8, partenza alle 8,45 per Onna, lavoro sino alle 13, pausa pranzo nella tendopoli di Onna, lavoro dalle 15 alle 18,30, rientro a San Demetrio alle 19, cena alle 20.
Onna è un paesino frazione del comune de L'Aquila con 350 abitanti a 580 mt. s.l.m.
Distrutto interamente dal sisma con 41 morti, le case rimaste in piedi sono inagibili salvo una, che era stata edificata da poco in linea con le regole antisismiche. Nella seconda guerra mondiale si ricorda in Onna un fatto tragico: gli occupanti nazisti trucidarono qui 17 persone, tra il 2 e l'11 giugno 1944. In ricordo della strage, il ministro degli esteri tedesco Steinmeier ha promesso l'aiuto della Germania alla ricostruzione della chiesa (e si spera anche del paese) stanziando un contributo di 3 milioni e mezzo di euro.
Il nostro lavoro ha visto la preziosa collaborazione dei vigili del fuoco di Roma e occasionalmente i volontari della Protezione Civile Tedesca, impegnati escusivamente nella ricostruzione della chiesa del paese.
Un'esperta restauratrice, docente all'Accademia de L'Aquila, ci ha guidati nel nostro lavoro di recupero e catalogazione pietre e oggetti rinvenuti: i risultati sono stati soddisfacenti e apprezzati da tutti.
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da sinistra Elena (Russia), io, Michal (Polonia), Tim (Usa)

Domenica 23 agosto i vigili del fuoco ci hanno fatto visitare il centro storico de L'Aquila vietato alla cittadinanza, una città stupenda brutalmente colpita dal maledetto terremoto (si dice che occorreranno almeno 20 anni per la sua ricostruzione).
La sera prima della fine del campo, a cura dell'associazione Arti e Spettacolo, abbiamo assistito alla prova generale di uno spettacolo sul terremoto, triste atto d'accusa verso una realtà che ha lasciato dentro il cuore del popolo abruzzese tanto dolore e amarezza.

Il campo ci ha permesso di vivere una situazione particolare dal di dentro, dove la parte più interessante è stata il contatto con la gente del posto (ad esempio Pio, un signore di Onna, ci ha molto colpito per l'amicizia dimostrata e il suo impegno giornaliero nel recuperare quanto è possibile dalla sua casa).
Il gruppo dei volontari è stato stupendo, ragazzi in gamba con cui ho trascorso 11 giorni molto belli.

Alla fine del campo ho potuto visitare le città di Ascoli Piceno, Teramo, Sulmona (dove ho assisito all'arrivo delle spoglie di papa Celestino V) e due paesi noti in Italia per il merletto a tombolo: Offida e Pescocostanzo (2 comuni con cui Mirabella Imbaccari dovrebbe collaborare in futuro una volta riaperta la mostra, sarebbe di grande interesse ospitare il tombolo marchigiano e abruzzese a Mirabella, un merletto vecchio di 5 secoli di grande bellezza e alta qualità).

Eccovi un filmato d'epoca sull'artigianato di Pescocostanzo